Avete mai sognato di bere da un prezioso calice disegnato alla fine dell’Ottocento? Oppure di avere in casa una lampada ispirata alla storia della Venezia del Settecento? A Murano è possibile! E solo poche aziende possono vantare una collezione di oggetti che esprimono oltre 160 anni di successi nella storia del vetro artistico. Una di queste è Salviati e vorrei raccontarvi il loro percorso.
Dal 1895 ad oggi
Fondata a metà Ottocento dall’avvocato Antonio Salviati, la Salviati & C. produce inizialmente mosaici e oggetti smaltati, poi vetri soffiati a mano. Grazie a qualità ed accuratezza delle lavorazioni diventa ben presto un punto di riferimento nel settore. Nel Novecento l’azienda continua ad accrescere il proprio prestigio nazionale e internazionale, creando oggetti raffinatissimi con una spiccata vocazione moderna. Ma è con il nuovo millennio che Salviati si rinnova partendo dall’inestimabile patrimonio culturale custodito negli archivi di Fondamenta Radi, nel cuore della Murano più vera, lontano dalle più turistiche sale mostra. Un enorme tomo, conservato con cura nella storica sede, riporta il registro dei clienti fin dal secolo scorso: una straordinaria testimonianza della longeva tradizione dell’azienda.
Proprio sulla tradizione si basa l’ambizioso progetto di rilancio del marchio in cui si è impegnata da qualche anno la nuova proprietà. Un grande investimento in termini di immagine. Così Salviati torna in grande stile alla Design Week milanese del 2017, anno in cui l’installazione di un’enorme libreria di vetro dimostra al grande pubblico le immutate capacità tecniche da sempre apprezzate in tutto il mondo. Anche il restyling del logo, più grafico e moderno, testimonia il processo di rinnovamento, ma la vera scommessa è far dialogare tradizione e modernità nelle nuove collezioni.
Lampade che raccontano una storia
Il designer Alberto Lago centra in pieno l’obbiettivo con la collezione Ferai, un perfetto connubio tra elementi classici e istanze più attuali. Ma vediamo come una lampada può racchiudere tanti significati. Innanzitutto fin dalla scelta del nome c’è un forte richiamo alla venezianità, attraverso l’affascinante racconto dell’istituzione dei primi lampioni pubblici, i Ferai appunto, di cui vengono riprese le forme. Geometrie, lavorazioni e colori del vetro si ispirano dunque alla tradizione muranese evocando una storia che emoziona il cliente portandolo a scoprire i tempi d’oro della Serenissima.
Allo stesso tempo le lampade disegnate da Lago creano un contatto diretto con l’utilizzatore che può comporre alcuni elementi a suo piacimento interagendo con l’oggetto di vetro, solitamente così freddo e delicato. Modernità e tecnologia entrano in gioco poi con l’aspetto illuminotecnico di Ferai: una lampada con una doppia luce, dove la fonte luminosa può essere modulata e adattata dal cliente offrendogli un’ampia libertà di uso… E perfino la possibilità di comandare la luce con il proprio smartphone!
Oggetti della quotidianità
Anche per l’oggettistica Salviati compie una rivoluzione. Ad una selezione di pezzi storici ed iconici, si sono aggiunti oggetti moderni, di uso comune che escono dal classico schema della scultura/vaso di vetro artistico muranese pur mantenendo le stesse caratteristiche distintive quali il colore e le abilità tecniche impiegate.
Un esempio è Tabarro – e di nuovo il nome evoca un elemento storico della venezianità – oggetto disegnato sempre da Alberto Lago. Questo pezzo, oltre che per la straordinaria manifattura, si distingue perché può essere usato in vari modi come vaso, coppa o centrotavola, semplicemente capovolgendo i due elementi in vetro che lo compongono.
O ancora la collezione Calici, firmata da Federico Peri ed ispirata agli storici bicchieri prodotti dall’azienda, che propone un elegante gioco tra il semplice contenitore trasparente ed il raffinato calice in vetro rigadin ritorto colorato.
Il futuro degli oggetti di vetro
Insomma la Salviati del nuovo millennio oltre alle collezioni artistiche e alle limited edition ha pensato di dare spazio anche a complementi per la casa ed oggetti per la tavola di uso comune. L’idea è passare da manufatti preziosi a prodotti, sempre di alta gamma, ma più accessibili e di uso quotidiano, rivolgendosi anche all’ambiente dell’alta ristorazione.
Ma le novità non sono finite e per il prossimo Salone c’è da chiedersi cosa “bolle in fornace”, perché il team di designers sta lavorando assieme ai maestri del vetro alla realizzazione di nuovi oggetti.
L’elemento importante non è più soltanto l’aspetto artigiano ed artistico, ma piuttosto la disponibilità a sperimentare e progettare nuove soluzioni. Il cliente e le sue necessità sono ora al centro del processo produttivo, perciò la sfida odierna per Salviati è quella di appassionare e fidelizzare il consumatore regalando sempre nuova vita agli oggetti di vetro.
Photo credits: Salviati