Venezia mon amour

Tessuti dipinti a mano e lampade-sculture: l’originalità è di casa a Venezia e parla francese!

Oggi vorrei parlarvi di due donne creative, entrambe francesi: arrivate a Venezia per amore, non l’hanno più lasciata. Si chiamano Silvia e Hélène e gestiscono due atelier molto diversi tra loro, ma accomunati da originalità e colori eccezionali. Entrambe attingono ai tesori della città lagunare come fonte di ispirazione: l’una trova nel vetro il suo elemento, la seconda imprime sulla stoffa le tonalità e le emozioni degli scorci veneziani. Scopriamo assieme le loro storie e come interpretano la bellezza e la ricchezza di Venezia attraverso le loro sorprendenti creazioni artistiche.

Sculture di luce

Comincio col presentarvi Silvia Finiels, radiosa ed elegante proprio come le sue opere. Parigina trapiantata a Venezia per amore del marito all’inizio si appassiona alla realizzazione di collane di perle di Murano, per poi trovare la sua dimensione nella creazione di lampade vintage.

Tutto comincia con la ricerca e raccolta dei materiali nelle vetrerie o nei mercatini, elementi di vetro cui Silvia dà nuova vita elaborando raffinate composizioni. Partendo dal recupero di vetri antichi di pregio, parti di coppe o di lampadari, Silvia progetta delle collezioni originali e contemporanee. E così, dopo un accurato lavoro di molatura e selezione dei pezzi trovati, nel laboratorio di Murano nascono le sue lampade-sculture.

Una boutique di pezzi unici

Le creazioni Aventurina Design – questo il nome del brand – sono tutte diverse una dall’altra e non replicabili. Dunque dei veri pezzi unici! Gli elementi in vetro sono abbinati in un gioco cromatico che talvolta si ispira alle opere di grandi designer, oppure trae spunto da luoghi e personaggi. Qualsiasi sia il soggetto, in tutte le collezioni Silvia esprime con naturalezza il suo gusto raffinato, accostando forme e colori con una spiccata sensibilità artistica. La deliziosa vetrina di lampade in Salizzada San Samuele è un insieme armonioso di tinte straordinarie: violetto, blu cobalto, opalino, acquamarina, rosso rubino e tutte le innumerevoli gradazioni di colore del vetro.  Ma è l’atelier di Murano il posto in cui la designer parigina si sente più a suo agio, lì dove nascono le idee per collezioni sempre nuove e originali.

“Quando mi trovo in studio a Murano mi sento la persona più felice del mondo. A disegnare progetti di luce e poter creare liberamente con una materia così bella come il vetro. Certe volte uso pezzi da collezioni antiche e raffinate con colori meravigliosi, e dialogo con loro cercando di sposarli insieme per una nuova vita”.

Silvia Finiels

Tessuti o quadri di Kandinsky?

L’altro cuore francese è quello di Hélène Kuhn. Nata a Nancy da una famiglia di musicisti, giovanissima incontra il pittore veneziano Bobo Ferruzzi e lo segue in Italia trovando il suo domicilio elettivo nella città di Venezia. Qui, immersa nell’arte ed incoraggiata dal compagno, Hélène comincia a dipingere la stoffa imparando la tecnica a stampo. Il suo percorso di ricerca sul colore presto diventa un’attività professionale e artistica totalizzante. Diviene in poco tempo un’artista apprezzata da un vasto pubblico internazionale e i suoi lavori sono presentati in importanti mostre di arte tessile in centri espositivi di Parigi, Milano e New York.

Emozioni su tela

Cotoni, sete, velluti, lini: le stoffe dipinte da Hélène sembrano animarsi. E dialogare con la città riprendendo l’oro dei mosaici bizantini, i disegni dei pavimenti marciani, la sinuosità e i riflessi di luce delle onde della laguna. Le emozioni delle vedute di Venezia sono fissate su tela con i colori. I suoi variopinti tessuti colpiscono per l’attualità e la grande energia cromatica, come quadri di Kandinsky riportano fantasie astratte e forme geometriche creando stupefacenti sequenze. Questi mirabili drappi dipinti a mano possono diventare quadri, paraventi, arazzi, kimono o qualsivoglia decorazione tessile per la casa. Siete curiosi di vederli? L’atelier di Hélène Ferruzzi si trova a pochi passi dalla Collezione Peggy Guggenheim e vi assicuro merita una visita se non altro per incontrare e scambiare due parole con l’artista in persona!

“Invece di pensare ai segni che vengono dipinti sulla tela, bisognerebbe osservare lo spazio vuoto che cambia di fisionomia a secondo di quello che ci viene impresso, come il silenzio dovrebbe rimanere il sottofondo che regge la trama di una melodia...”

Hélène Kuhn
Condividi su facebook
Condividi su linkedin

Photo credits: Silvia Finiels, Hélène Kuhn

Articolo creato 44

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto