Meraviglie di vetro si accendono all’imbrunire nel salotto veneziano.
Che Piazza San Marco sia uno straordinario salotto a cielo aperto non è certo un mistero, ma quest’anno una serie di incredibili lampadari d’autore illumina quel famoso salotto per un intervento di arte pubblica unico al mondo. Sono dodici meraviglie di vetro installate sulle volte delle Procuratie Vecchie che rischiareranno le notti veneziane fino alla fine di febbraio.
Il progetto “Murano illumina il mondo” promosso da Venice Glass Week e dal Comune di Venezia punta i riflettori sul vetro artistico muranese con la sua incomparabile versatilità e la capacità di tradurre le idee in vetro. Ventiquattro artisti di fama internazionale hanno aderito con i loro originali progetti e una commissione di esperti ne ha selezionati dodici per altrettanti spazi disponibili. Grazie al contributo di nove fornaci, nell’arco di soli quattro mesi a Murano sono state create dodici opere uniche appositamente realizzate per questo progetto espositivo.
Ecco i nomi degli artisti: Philip Baldwin e Monica Guggisberg, Marcantonio Brandolini d’Adda, Federica Marangoni, Michael Craig-Martin, Ritsue Mishima, Cornelia Parker, Maria Grazia Rosin, Silvano Rubino, Lino Tagliapietra, Giorgio Vigna, Pae White.
Al progetto hanno preso parte storiche aziende muranesi come Barovier & Toso, Simone Cenedese e Gianni Seguso, alcuni tra i più famosi maestri del vetro e non ultimi gli alunni della Scuola Abate Zanetti.
Gabbiani, fuochi d'artificio e perfino astronavi.
Fatti salvi i limiti di peso e misura agli artisti è stata data carta bianca con l’intento di dimostrare che le fornaci sono in grado di seguire il progetto dell’artista e realizzare qualsiasi cosa con il vetro. I rimandi alla città lagunare sono i più disparati: i variopinti fuochi d’artificio del Redentore, tradizionale festa veneziana, i gabbiani, il vento e l’acqua.
C’e ad esempio il Rezzonico spoglio di Michael Craig-Martin, ovvero la sola struttura di un classico lampadario ricoperta di tanti piccoli elementi in vetro o ancora l’opera di Pae White che richiama i colori del tramonto. C’è perfino il 3D in vetro di un lampadario presente in un’opera d’arte. L’artista Cornelia Parker ha voluto infatti ispirarsi al famoso quadro del fiammingo Van Eyck. Questo lampadario è frutto di una doppia collaborazione tra la vetreria Salviati che ha realizzato il corpo in vetro soffiato e Nicola Moretti che ha invece utilizzato una moderna tecnica di taglio laser.
L’opera futuristica di Lino Tagliapietra sembra invece un’astronave. È in realtà un viaggio esperienziale attraverso le varie tecniche che il maestro ha sperimentato nelle sue opere. Ogni elemento è infatti una sezione circolare dei suoi vasi che mettono in evidenza le varie tipologie di soffiatura del vetro.
Tutti gli artisti hanno voluto reinterpretare e trasformare un oggetto di fruizione quotidiana, quale il lampadario, in una vera e propria opera d’arte. Lo scopo comune è portare visibilità all’isola di Murano non solo come industria artigianale ma anche come fucina di nuove idee e centro internazionale di sperimentazione.
Dietro le quinte del progetto
Ho avuto il piacere di scambiare due parole con Giordana Naccari, coinvolta da David Landau nel ruolo di coordinatrice del progetto data la sua grande passione e conoscenza del vetro di Murano. A lei è stato affidato l’arduo compito di tradurre lo schizzo in lampadario mettendo in relazione ogni artista con la fornace più adatta a trasformare in vetro la singola idea progettuale. Si è dovuta destreggiare tra permessi, vincoli della sovrintendenza, studi ingegneristici dei supporti per mettere in sicurezza le opere di vetro. Eh già, non dimentichiamo che solitamente il lampadario è appeso in una casa privata, non certo in un luogo pubblico affollato di turisti.
Giordana non solo ha associato i progetti degli artisti alle varie fornaci secondo le loro specialità ma ha scelto anche i posti in cui esporli. Ad esempio, l’opera di Maria Grazia Rosin situata proprio difronte all’entrata del Caffè Quadri dove i toni pastello del lampadario sono esattamente quelli degli stucchi dello storico locale.
Sono stati lunghi mesi di continua comunicazione tra artista e maestro per realizzare l’idea in vetro. “E’ stato un progetto davvero impegnativo – confessa Giordana – Non pensavo di farcela, ma il 24 novembre i lampadari erano al proprio posto e nonostante la massacrante giornata di installazione dalle 5 di mattina alle 8 di sera resta la grande soddisfazione di avere regalato a piazza San Marco dei capolavori unici con un intervento non invasivo”.
Al termine dell’evento i lampadari torneranno all’ente o fornace che le ha sponsorizzate, e in alcuni casi all’artista stesso, i quali potranno replicarli in un’edizione limitata di 5 pezzi.
L’iniziativa è piaciuta così tanto agli esercenti di San Marco che hanno già chiesto di replicarla per il prossimo anno e altri commercianti della Piazza vorrebbero avere i lampadari, ampliando così il numero delle opere esposte. Per adesso questa è solo una proposta, godiamoci intanto la bellezza di queste opere che celebrano la grandezza del vetro di Murano su un palcoscenico eccezionale.
Photo credits: The Venice Glass Week
Ph. Renato Greco, Marco Sabbadin, Marco Valmarana
In copertina Segmenti d’Infinito, Silvano Rubino, fornace Seguso Gianni, ph Marco Valmarana