Capacità del design è dare vita ad oggetti belli e funzionali, ma soprattutto aggiungere valore, trasformarli e caricarli di significato. E se il design fa sognare mondi, il potere evocativo del design italiano ha una marcia in più! Eh già, da sempre le aziende italiane con la loro competenza tecnica ed esperienza artigianale hanno offerto un terreno fertile per coltivare e produrre nuove idee, esercitando una forte attrattiva anche per i designers stranieri.
Molti degli oggetti iconici della storia del design, nati da brillanti menti, sono stati infatti realizzati da aziende italiane come Kartell, Cassina, Alessi, solo per citarne alcune. A partire dagli anni 50 si è assistito ad una vera rivoluzione nel modo di concepire poltrone, arredi, lampade ed oggetti di uso comune. Il boom economico del dopoguerra ha portato voglia di riscatto, speranza, trionfo delle idee e l’introduzione delle materie plastiche. Queste ultime grazie alla loro versatilità hanno consentito ai progettisti di spingersi oltre le “forme consuete” portando il design di prodotto ad un livello superiore.
E’ questo il momento in cui inizia a delinearsi quel legame indissolubile dell’Italia con la cultura del progetto, frutto di un dialogo costante tra imprenditori e progettisti. Da allora il design è diventato un elemento fondamentale del processo produttivo ed è entrato a far parte della nostra quotidianità.
Dove nascono le idee
Oggi l’eredità dei maestri Gio’ Ponti, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass è stata raccolta da giovani e talentuosi designers italiani che interpretano il disegno industriale come processo di cambiamento e strumento per raccontare nuove storie. Per loro non è stato difficile trovare nel territorio realtà produttive con la stessa propensione per l’innovazione, per costruire assieme prodotti sempre diversi e sorprendenti.
Ci sono poi numerosi disegnatori stranieri che da sempre privilegiano l’Italia per dar corpo alle loro idee. Molti di loro devono la loro carriera proprio alla collaborazione con le nostre imprese capaci di mettere in campo un mix di conoscenza, tecnica e poesia.
Insomma sembra proprio che il territorio (indubbiamente assieme alla cultura) influenzi la capacità creativa catalizzando nuovi modi di pensare e progettare. Concludo perciò con queste parole di un illustre designer che, non a caso, ha scelto di prendere casa in un’isola a Venezia!
La qualità del design è direttamente proporzionale alla qualità dell’ambiente dove nasce.
BECHOME TOP 5 DESIGNERS
La selezione non è stata facile. Innanzitutto ciascuno di questi cinque nomi è collegato ad un mio incontro (e innamoramento) con le loro opere. Ognuno di loro esprime inoltre una particolare qualità che il Design a mio avviso deve possedere.
Rappresenta per me la fantasia al potere.
Ha popolato l’ambiente domestico con un universo di personaggi creando un mondo onirico e coloratissimo. I Primates in ceramica disegnati per Bosa sono stati il mio primo incontro con la sua arte coinvolgente ed emozionante. Designer e illustratrice, i suoi oggetti sono davvero capaci di raccontare storie uniche. Vi consiglio di vedere l’ultima collezione di tappeti creata con Moooi…davvero “spaziale”!
Beh, del maestro non è facile dire qualcosa che non risulti banale. Dalle sue creazioni traspaiono ironia e forte personalità.
Da Alessi addicted ammiro la creatività con cui ha reinventato oggetti di uso quotidiano, il mio preferito in assoluto il cavatappi Anna G. Ma è la poltrona Proust l’opera iconica che esprime il suo genio progettuale, l’idea di accostare arte e modernità ad un elemento d’arredo tradizionale.
Infonde la sua innata eleganza a tutto ciò che tocca.
Dagli arredi disegnati per Fendi, ai tappeti e carte da parati di gusto neoclassico, alle lampade Bon Ton di Torremato. In tutte le collezioni firmate da questa designer trovo un’armonia di forme e materiali che si traduce in uno stile contemporaneo ma senza tempo. Il colpo di fulmine per me è stata la serie ceramica Plumage realizzata con Botteganove. Moderna e raffinata allo stesso tempo.
Incarna l’estro dell’artista.
Al di là di ogni convenzione o moda del momento i suoi pezzi sono unici e riconoscibili come opere d’arte. Una costante dei suoi progetti è la sperimentazione di nuovi materiali: ricordo la mia meraviglia alla scoperta dei vasi in resina Fish Design. Perfino poltrone e sedute diventano materia plasmabile tra le sue mani (o forse sarebbe meglio dire sotto la sua matita) assumendo forme sempre nuove ed originali.
Le sue collaborazioni hanno un respiro internazionale.
Muranese di origine, comincia a disegnare per vetrerie e aziende di illuminazione veneziane, per poi sviluppare una filosofia più globale e multidisciplinare. E’ così che dalla laguna si sposta a Stoccolma ampliando i suoi orizzonti non solo geografici ma anche di progetto, concependo arredi ed oggetti per numerosi committenti esteri.
Entra nel gruppo dei miei top 5 per l'installazione Pyrae realizzata nel 2017 con Salviati, delle opere di luce e vetro che rappresentano le bambole delle diverse culture del mondo.