Parlando di arte e design, alto artigianato ed oggetti che ci rappresentano.
Ideatrice de Le Morandine, elegante collezione di candele e vasi ispirati alle celebri nature morte di Morandi, Sonia Pedrazzini è una designer eclettica, curiosa ed appassionata.
I suoi progetti spaziano dai complementi di arredo, ai gioielli, al packaging per profumi. Dalla nostra breve chiacchierata telefonica ho percepito una straordinaria sensibilità e tanto entusiasmo per il lavoro creativo che svolge. Come afferma lei stessa oltre al prodotto ci sono tante “cose umane” che succedono durante il processo creativo. Ad esempio l’opportunità di collaborare con artigiani o altri creativi, creando sinergie con fotografi, stilisti e visual designer 3D. Ed ogni nuova interazione è un arricchimento.
La sua idea è quella di un design che deve entrare profondamente nella vita delle persone, che deve produrre relazioni, emozioni e durare nel tempo. E proprio grazie ai suoi manufatti Sonia è entrata in contatto anche con studenti e scuole d’arte in paesi lontani… dimostrando che gli oggetti di design possono veicolare anche arte e cultura.
Ma veniamo alle domande di questa breve intervista…
Come è nato e si è sviluppato il progetto Le Morandine?
L’idea di ispirarmi a Morandi nasce nel 1998 quando ho proposto una linea di candele d’arredo per un’azienda con cui stavo collaborando. L’idea fu scartata, ma, poiché mi sembrava interessante, decisi di autoprodurla. Dopo un periodo di studio, letture, visite al Museo Morandi e alla casa dell’artista a Bologna in Via Fondazza, è nato Le Morandine. Non una semplice citazione del Maestro, ma un vero e proprio progetto di design relazionale in cui le persone interagiscono con gli oggetti creando la propria composizione. Da qui lo slogan: “Componi la tua natura morta” un invito a diventare noi stessi artisti del quotidiano lasciandoci ispirare e guidare da questi oggetti. Una serie di elementi da posizionare a piacimento per creare una natura morta tridimensionale come fossimo il pittore che li dispone prima di immortalarli su tela.
Il mio è un metaprogetto che parte da Morandi ma che va oltre diventando veicolo di relazioni e nuove collaborazioni. In questo momento ad esempio l’ampliamento della collezione mi dà l’occasione di lavorare con lo storico atelier di maglieria artigianale delle sorelle Farella di Capri per la realizzazione di cuscini e plaid.
Il tuo progetto più noto è ispirato alle opere di un famoso artista. Qual è il punto di incontro tra arte e design?
Per una mia passione personale mi sono sempre interessata all’arte e spesso nella mia attività di designer mi sono fatta influenzare dall’arte. Così – quando mi furono richieste idee per una collezione di candele – per me è stato immediato il riferimento a Morandi. Fin da subito ho inteso questo lavoro come un progetto di ampio respiro, a cavallo tra arte e design, da far evolvere nel tempo anche grazie alle richieste e le interazioni con gli utilizzatori degli oggetti. Man mano che il progetto trovava consensi ho capito che l’incontro tra arte e design può essere davvero molto produttivo. L’arte è la scintilla, la spinta creativa. Il risultato però non è sempre scontato, dipende dalla propria sensibilità e dalla capacità di tradurre un’ispirazione in prodotto.
Sempre più spesso le persone sono alla ricerca del pezzo unico, della limited edition, come spieghi questo bisogno di esclusività?
Penso che un pezzo esclusivo o in edizione limitata, non necessariamente costoso, arricchisca lo spirito, faccia riflettere, induca alla consapevolezza e alla cura.
Il pezzo unico ci appartiene se tocca le nostre corde e ci connette con qualcosa della nostra storia personale. Diventa così un oggetto affettivo con cui costruiamo una relazione.
E’ questo il caso anche per Le Morandine in cui le composizioni, tutte realizzate su richiesta, possono essere personalizzate nei colori e nelle forme. Ognuno potrà cambiare la disposizione degli elementi o addirittura inserire altri tipi di oggetti e creare così un’opera personalissima e unica.
Vasi in ceramica dipinta a mano, ispirati alle nature morte di Giorgio Morandi.
Qual è il futuro per l’artigianato italiano? Puoi farmi i nomi di tre realtà artigiane di successo tra le tue preferite?
Quando l’artigianato si apre alla ricerca e vuole evolversi, allora ha un grande futuro. Penso che le eccellenze italiane avranno sempre più successo, è il loro momento. Difficile fare solo tre nomi, in Italia abbiamo realtà meravigliose e tante sono le mie preferite. Oltre a Venini, solo per citarne alcune: Bottega Ghianda, Morelato, Fonderia Artistica Battaglia, Salviati, Rubelli, Dedar…
Tutte aziende di alto artigianato, legate alle tradizioni e a pregiate lavorazioni ma aperte alla collaborazione e allo scambio con i designer. Scambio che si traduce in un mutuo beneficio: per l’azienda un continuo contatto con il mondo contemporaneo e quindi con il rinnovamento e, per il designer, l’opportunità di acquisire conoscenze tecniche e culturali e di sperimentare materiali e lavorazioni.
Che siano gioielli o oggetti per la casa, usiamo gli accessori per esprimere la nostra personalità: qual è il punto di vista del designer?
E’ vero, come per gli abiti, anche gli oggetti che usiamo raccontano di noi e le persone ne sono sempre più consapevoli. Forse però al giorno d’oggi si sta dando troppa importanza al concetto di “esprimere la propria personalità attraverso gli oggetti”. Amiamo gli oggetti di design, accessori, gioielli, abiti, ma – bisogna ammetterlo – amiamo soprattutto farci vedere attraverso di essi.
Rappresentarsi attraverso gli oggetti sta diventando un concetto troppo narcisistico e questo non vuol dire esattamente esprimere la nostra vera personalità. Distinguersi dovrebbe significare invece trasmettere un messaggio autentico, in cui ci riconosciamo. Non omologarsi alle mode o possedere degli oggetti solo perché sono degli status symbol.
Cosa ti è mancato di più nel 2020? Quali i progetti per il nuovo anno?
Nel 2020, credo come a tutti, è mancata la socializzazione, lo spostarmi liberamente e quanto ne consegue. Ma ho anche apprezzato alcuni aspetti di questo isolamento e rallentamento forzato, l’ho sentito come un momento rigenerante, adeguato al mio carattere riflessivo.
I progetti per il nuovo anno riguardano sia aspetti personali e di crescita interiore che di lavoro. Per quanto riguarda Le Morandine, è un progetto in evoluzione, che prende gran parte del mio tempo e ci saranno alcune novità. Come packaging designer, devo disegnare alcuni prodotti per il settore del food e del beauty; sono stati avviati nuovi contatti con aziende e seguirò alcuni progetti che riguardano la mia ricerca artistica, la preparazione di una mostra e la partecipazione ad un festival, ma è troppo presto per parlarne. Dopo un periodo di sospensione tutto ricomincia a scorrere. Così è la vita.
Photo credit @ Le Morandine, se non diversamente specificato.
In copertina Photo: Fabrizio Polla Mattiot.